L’eco dell’assenza
Caro Viandante,
𝄆 Moderato 𝄇
L’amore tragico colpisce in un modo che la gioia non conosce. La felicità si chiude in armonia, ma il dolore lascia una dissonanza infinita. È come un accordo sbagliato: continua a vibrare anche quando le mani si sono staccate dai tasti. Distrugge la pace, i sogni, le attese. Eppure ci ritorniamo sempre. Il dolore è forse una dipendenza? Forse sì. Nel vuoto lasciato dall’assenza, sentiamo un’eco—desiderio, attesa, la ferita di ciò che non è stato.
L’amore tragico ci attira come uno specchio crudele. Non cerchiamo riposo, ma intensità. Sappiamo già che Romeo e Giulietta moriranno, che Cyrano tacerà, che Achille è condannato; eppure leggiamo con avidità. Forse perché il fallimento lascia un vuoto, e questo vuoto risuona come una camera d’eco.
È proprio questo vuoto che ci perseguita. In Normal People, Marianne e Connell non muoiono come eroi antichi; la loro tragedia è quotidiana, fatta di silenzi come pause sospese in una partitura. In Magnolia Parks, la ferita non viene dal destino ma da loro: il dolore diventa ritornello, una melodia tossica che ritorna sempre. Lì capiamo che l’amore tragico non è imposto, ma una musica che scegliamo di ascoltare, anche se ci lacera.
𝄆 Adagio — Variazioni sull’eco 𝄇
Romeo e Giulietta: un amore troppo veloce, troppo breve, spento prima di appassire. Ciò che resta è il silenzio dopo, un accordo sospeso.
If We Were Villains: giovani attori divorati dai ruoli. La tragedia non è solo tradimento e morte, ma parole mai dette, amore nascosto. Quel silenzio è una nota sospesa che continua a vibrare.
Cyrano de Bergerac: un poeta con mille parole ma incapace di dirne tre. La sua vita è una sinfonia spezzata, con la melodia principale mai espressa. Il suo silenzio è più doloroso di qualunque grido.
Call Me by Your Name: un allegretto estivo, luminoso, che svanisce in un adagio invernale. Elio davanti al fuoco, anni dopo, ripete un tema sempre più piano, fino a scomparire. La melodia finisce, ma l’eco resta.
La memoria è crudele: fa rivivere, ma ricorda ciò che il tempo ha tolto. In Call Me by Your Name, Oliver se ne va, ma la sua ombra rimane. L’amore sopravvive come melodia interiore, troppo viva per sparire.
È nella memoria che nasce la tragedia moderna. L’amore non muore per una spada o un veleno, ma per il tempo che spegne la musica. Eppure la ferita vibra ancora, come una corda pizzicata che non smette mai di risuonare.
𝄆 Allegro Appassionato 𝄇
Achille e Patroclo: compagni, amanti, due temi intrecciati. Patroclo muore, Achille lo segue, ma la loro eco rimane. Le loro ceneri si uniscono come due melodie finalmente nella stessa tonalità—troppo tardi, e quindi per sempre.
Gli amori felici rassicurano, come cadenze perfette. Le tragedie rifiutano la fine. Continuano a vibrare come un trillo senza fine.
Forse è per questo che ci ritorniamo sempre. Non perché amiamo il dolore, ma perché ci lascia una melodia da inseguire. Le storie felici cadono nel silenzio; le tragedie restano sospese, un’aria che si ripete nella memoria.
𝄆 Coda — Crescendo 𝄇
All’inizio, solo silenzio.
Poi un mormorio.
Poi un’eco.
Sempre più forte.
Sempre più veloce.
Assenza.
Desiderio.
Memoria.
Perdita.
Nessuna pausa.
Nessun riposo.
Sempre più forte.
Sempre più veloce.
Finché non rimane solo—
L’eco.
E dimmi, Viandante—
amiamo l’amore tragico perché ci distrugge,
o perché crediamo che sia l’unico
a poter durare per sempre?
de l’errant à l’errant,
Orlando